Ricavati da un unico pezzo di legno di pioppo, realizzati grossolanamente in casa dai contadini con strumenti semplici, lo zoccolo è prodotto di sussistenza, da calzare nei campi.
La produzione dello zoccolo diventa un vero mestiere per integrare le scarse rendite dei campi. Le vecchie stalle e le cascine cominciano a diventare primi laboratori per la sgrossatura del legno e la produzione manuale dei legni.
Nel secondo dopoguerra i contadini si reinventano imprenditori dello zoccolo, ingegnosi produttori: dai piccoli laboratori nei salotti delle case, si passa alla nascita di piccole aziende a carattere familiare, ancora dislocate nelle corti e nelle cantine o nei garage delle abitazioni. Dalla sola produzione dei legni si passa alla produzione dello zoccolo finito (legno e tomaia). La vita nei laboratori artigianali prende il posto del lavoro nei campi facilitata dall’avvento delle macchine.
Le lavorazioni troppo frazionate seppur qualificate, l’elevata manualità ancora necessaria nonostante l’industrializzazione, e la crisi della moneta e dell’esportazione mettono in ginocchio il comparto alla fine del XX secolo. Segromigno in Monte subisce un duro contraccolpo. I laboratori dismettono la produzione zoccolaia e si convertono a produzioni più di massa e industriali.
Nell’era delle resistenza, lo zoccolo tradizionale a Segromigno in Monte diventa merce rara. Il poliuretano ha preso il posto del legno. Le lavorazioni artigiane sopiscono in favore delle importazioni. Sopisce una tradizione centenaria.
Siamo entrati nel laboratorio di uno degli ultimi mastri zoccolai di Segromigno in Monte ed abbiamo ripescato un vecchio legno dal passato. Abbiamo coinvolto i più esperti artigiani: aggiungendo la nostra creatività alla loro manualità e sapiente artigianalità, vogliamo dare un futuro alla tradizione. Sogniamo di vedere rifiorire un intero territorio fatto di passione e altissima qualità italiana. Questo è il progetto UnaLira, una storia, un luogo, un sogno. Non soltanto un paio di zoccoli.